12 novembre 2012

Gaetano Minnucci (1896-1980)

Gaetano Minnucci nasce a Macerata nel 1896. Nel 1920 si laurea alla Regia Scuola di applicazione per gli ingegneri. Con Luigi Piccinato fonda il Gur (Gruppo urbanisti romani), in cui verranno elaborati i Piani regolatori di Padova e Brescia e il Programma urbanistico di Roma. Partecipa alla costituzione del Miar (Movimento italiano architettura razionale) dove con Adalberto Libera organizza la prima Esposizione italiana di architettura razionale. Tra il 1932 e il 1935 è addetto alla direzione dei lavori della città universitaria di Roma come segretario dell'architetto capo Marcello Piacentini, con l'incarico di studiare l'acustica dell'aula magna e di ricercare l'applicazione di nuovi materiali da costruzione... 
La sua esperienza progettuale si basa sulla scienza delle costruzioni e sulla conoscenza dei nuovi materiali che il mercato gli offre. Nelle sue opere Minnucci unisce estetica e tecnologia; egli riesce a fondere sapientemente tecnica e funzionalità, una perfetta integrazione tra forma e struttura. Gli edifici degli anni Trenta ne sono la prova come: il dopolavoro destinato al Circolo del littorio e la casermetta destinata alla legione universitaria. Queste idee architettoniche vengono confermate nelle opere successive come la Casa Gil a Montesacro, il Collegio navale Gil a Brindisi e il Palazzo degli uffici all'Eur... (Gaetano Minnucci nell'archivio del MiBAC)

L’esposizione del Ventotto rappresentò l’ingresso ufficiale degli architetti italiani nel seno del movimento razionalista europeo. In seguito, infatti, il comitato svizzero responsabile della mostra alla Galleria Moos di Ginevra incaricò Rava e Sartoris di scegliere le opere da presentare e il Minnucci fu uno dei «21 Artistes du Novecento Italien». Ma soprattutto aprì le porte ad alcuni esponenti della cultura architettonica italiana ai Congressi internazionali di architettura moderna (CIAM), che furono organizzati proprio a partire dal 1928 su iniziativa di Le Corbusier (C.-E. Jeanneret-Gris) con lo scopo di studiare e propagandare i fondamenti dell’architettura moderna, lo stesso obiettivo che il Minnucci insieme con Libera avevano espresso nell’introduzione al catalogo della mostra...
Nel 1962 il Minnucci ricevette la medaglia d’oro del ministero della Pubblica Istruzione quale benemerito della scuola, della cultura e dell’arte. 
Il modo di pensare l’architettura del Minnucci, come ricordava Cigni nel suo intervento pubblicato nel catalogo della mostra del 1984 presso l’Accademia di S. Luca, era di tipo logico-sequenziale, «si potrebbe dire scientifico, nel senso che nulla doveva essere affidato alla pura fantasia, senza precisi e vincolanti riscontri tecnici e funzionali. Per questo io credo che non abbia mai avuto una figura di riferimento precisa; anche nella sua lunga milizia culturale penso non sia stato mai completamente e criticamente allineato... ((Minnucci sull'enciclopedia Treccani)
Probabilmente le due realizzazioni romane più importanti del Minnucci sono l'edificio dell'EUR e quello di Viale Adriatico, che ancora oggi possiamo apprezzare nella loro eleganza e dinamica compositiva e nella capacità di inserirsi nella città, creando spazi urbani di qualità.
L'edificio degli uffici dell'EUR, oggi Museo, è piuttosto ben conservato, anche se inondato di auto anche nei cortili interni come quasi tutto il quartiere e praticamente infotografabile senza incorrere in problemi di "privacy". 
Quello di Monte Sacro, la Ex Gil, utilizzato quasi in tutte le sue parti con funzioni piuttosto diverse tra di loro, oltre che dalla destinazione originale, versa in condizioni di degrado abbastanza avanzato in alcune sue parti (vedi foto sopra) e ha subito interventi e superfetazioni edilizie poco sensibili alla struttura e allo spirito originario dell'opera.

Non meriterebbero più rispetto?

2 commenti:

  1. Non solo meriterebbe più rispetto, sia questa che tutte le altre architetture degne di questo nome, ma meriterebbe una meditazione in più proprio la capacità di creare spazi urbani di qualità che, come dici, questa architettura italiana moderna prodotta negli anni '30 mantiene pur nella piena consapevolezza di dover superare la città ottocentesca.Capacità che come è noto non sarà più ritrovata. La meditazione dovrebbe concernere anche il perchè e il quando questa capacità si è persa, considerando che proprio gli esiti di questa architettura moderna italiana escludono che la causa sia appunto la modernità.Voglio dire: le città italiane potevano continuare ad essere moderne senza naufragare?
    un caro saluto. Massimo Rosolini

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  2. Sono perfettamente d'accordo con le tue considerazioni e mi sembra che la domanda finale, anche se non nuova, è ancora ben lontana dall'avere una risposta.

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